Cenni storici.
La Valcanale fu abitata fin dall'antichità, dai Celti (Taurisci) e in seguito assoggetata dai Romani. La presenza di Roma è testimoniata dalla Statio Larex presso Camporosso e da vestigia di colonne, mosaici e da numerose iscrizioni lapidarie oltre a ritrovamenti di oggetti e monete romane e dai toponimi di Via Romana e di Val Romana.

Dopo l'oscura epoca delle invasioni barbariche la zona divenne parte del Sacro Romano Impero, finchè nel 1007 l'Imperatore Enrico II fondò il Vescovado di Bamberga al quale donò tutta la vallata. Nel 1219 il vescovo Eckbert invitò suo fratello Bertoldo - Patriarca di Aquileia - a visitare i suoi domini allo scopo di farvi immigrare delle popolazioni friulane e venete. Il Patriarca accettò l'invito e venne con grande seguito fino a "Tarfiis in Canaal". Le sue fiere godevano nel medioevo di molti privilegi e vi ebbe sviluppo l’industria del ferro, che attirò coloni tedeschi. Diverse furono le incursioni bellicose di Veneziani prima e di Turchi poi. Nel quindicesimo secolo si accentuò in Tarvisio la presenza di popolazioni di lingua tedesca (nome tedesco: Tarvis), tant'è che all'inaugurazione della Chiesa,avvenuta nel 1445, l'iscrizione sul portale principale venne fatta in tedesco ed in caratteri gotici. Nel 1759 Tarvisio passò sotto l'amministrazione della casa d'Austria, fu parte dell'Impero Austro-Ungarico e fu abitata prevalentemente da persone di lingua tedesca o slovena. Nel 1909 ricevette dall'Imperatore Francesco Giuseppe il riconoscimento di città.

Tarvisio e la Val Canale entrarono a far parte dell’Italia nel 1920, dopo la Prima Guerra Mondiale, come "risarcimento di guerra". Lo spostamento del confine dal torrente Pontebbana alle soglie di Coccau, di Racchia (o Radice - in slavo: Ratece) e al Passo del Predil avvenne con i trattati di San Germain (10 settembre 1919) per il confine con l'Austria, e di Rapallo (12 novembre 1920) per il confine con la Jugoslavia (Regno dei Serbi, Croati e Sloveni).