Una rassegna degli alberi più grandi, maestosi e vecchi della Val Canale. Gli alberi sono forse la parte più importante della naura e questi citati qui hanno un enorme valore culturale, paesaggistico o addirittura storico.
Nei prati, nei giardini o nelle strade del paese è forse più facile trovare alberi parecchio vecchi, perchè spesso ritenuti un abbellimento importante, mentre lo sfruttamento della foresta per ottenere legname, impedisce quasi sempre alle piante di arrivare a grandezze notevoli o a età secolari. Gli alberi maggiori del bosco di solito sono ancora vivi grazie all'isolamento o alla lontananza dalla strade, oppure perchè già considerati in passato un patrimonio della zona.
Fotografare questi alberi e rendere in foto l'effetto contemplativo e scenico da loro prodotto non è un'operazione affatto semplice; molto spesso la loro altezza può essere percepita solo da lontano e invece le loro dimensioni alla base apprezzate solo con riprese ravvicinate.
Anna Cassarino nel suo libro "Alberi monumentali d'Italia" cita per la Val Canale:
- Tiglio di Malborghetto, 400 anni di età, in condizioni discrete
- Peri selvatici centenari di Camporosso "belli da vedere fioriti di bianco"
- Larice del Monte Lussari, di 300 anni con 27 metri di altezza e 5 metri di base, molto larga
- il più bel Tiglio selvatico che si possa immaginare, 300 anni di età, quasi 30 metri di altezza, 10 di larghezza e altrettanto di larghezza di chioma
- due enormi e centenari Olmi montani a San Antonio
- il verde bronzato di un Noce centenario, lì vicino e quasi coetaneo
- Acero di Monte di Fusine
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